Ai giovani non è più chiesta la conoscenza ma creatività e imprenditorialità



Tratto dall'articolo di Nicola Brillo "Il Mattino di Padova" di Martedì 12 Marzo 2019


"... le università hanno il compito di mantenere alta la qualità della formazione e formare i cittadini e le classi dirigenti del futuro (Dughiero). I nostri laureati trovano lavoro all'estero, testimoniando la qualità della loro formazione: esportiamo i nostri cervelli, mentre importiamo manodopera a basso costo e a bassa scolarizzazione. L'Università si pone la domanda di come sarà il lavoro del futuro tra 15-20 anni. Il lavoro fino a poco tempo fa era basato esclusivamente sulla conoscenza, d'ora in avanti sarà basato sempre più sulla creatività. I lavori basati sulla conoscenza saranno sostituiti dai sistemi che stiamo sviluppando con l'Industria 4.0, Intelligenza Artificiale e robot. In futuro ci sarà bisogno di istruire i giovani alla creatività, una competenza che non è solo innata ma che ha bisogno di essere sviluppata.
... la Germania attraverso il modello delle Fachhocschulen, scuole tecniche che formano all'anno oltre 800 mila ragazzi sta facendo molto per le aziende. In Italia sono solo 8.000 gli studenti che escono dagli Istituti Tecnici Superiori (ITS). Ma l'Università non può fermarsi a quello che serve domani, si deve chiedere cosa accadrà nei prossimi 20 anni. Magari guardando a quello che succede nel mondo. L'Università Aalto di Helsinki è nata nel 2010 dalla fusione del Politecnico, della Scuola di Economia e della Università di Arte e Design.
I giovani saranno sempre più chiamati, qualsiasi lavoro facciano, ad interpretare il lavoro degli imprenditori, conclude Daghiero, anche se lavoreranno da dipendenti sarà loro richiesta una forma mentis da imprenditori, non ovviamente in tutti i livelli. Per aiutarli bisogna puntare su percorsi di apprendimento con la presenza di più discipline, da differenti ambiti."



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