Cinema Italiano

L’unico vero realista è il visionario

La passione per il reale deve essere l’ossessione per il cinema cioè il bisogno e desiderio di andare oltre alla realtà. In italia questo è rappresentato dalla commedia infatti è il centro della nostra cinematografia: dagli anni 30 ad oggi ha un seguito ed un flusso continuo, mettendo in mostra vizi e virtù; basti pensare ai cinepanettoni e allo spettacolo moderno di Checco Zalone, il quale tratta la parte peggiore della società e la racconta con beffe e risate: così facendo si parla della ridicolezza del protagonista arrivando poi al tema che trattava. La commedia è quindi realistica ma talvolta disturbante e ruminatoria; è possibile capirlo dalle opere di alcuni registi artisti cardine come Marco Bellocchio, Paolo Sorrentino e Matteo Garrone. Coloro fanno diventare la commedia cinema d’autore. Marco bell’occhio ha come opera cardine “i pugni in tasca”: stile disturbante, non riconciliato e abrasivo. Prende spunto dal reale ma poi va oltre: non si limita a raccontare storie ma si interroga in continuo sul senso del continuare a far film.  Paolo Sorrentino pone ogni inquadratura come punti di vista impossibili e dialoghi con forme figurative di arte contemporanea. Insegue e disegna metafore del potere.

Paolo Sorrentino
 Guerrone invece con il suo “Pinocchio” crea un mondo ispirandosi al reale. Da qui il realismo che ha una predilezione per attori non professionisti, la scelta del linguaggio è dialettale, ha ambientazioni in luoghi reali (rifiuto teatri di posa), presa diretta del piano sonoro…. I temi sono la rappresentazione dell’adolescenza, le vite degli altri e in fine quello che indaga la marginalità, la solitudine, la degradazione nello squallore delle periferie.